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Nitroglicerina

Caratteristiche e proprietà della nitroglicerina

La nitroglicerina nota anche con il nome di trinitrina, è il triestere nitrico della glicerina.

La nitroglicerina è stata la prima sostanza ad essere impiegata come esplosivo usato per scopi pratici.

È infatti altamente instabile e può esplodere facilmente anche per piccolo urto.

Fu ottenuta per la prima volta dall'italiano Ascanio Sobrero nel 1846 e - qualche anno più tardi - fu preparata su scala industriale dal chimico svedese Alfred Nobel.

Ha massa molare di 227,09 g/mol, densità pari a 1,6 g/cm3, punto di fusione di 13,2°C e punto di ebollizione di 50°C (a questa temperatura esplode).

Presenta formula bruta C3H5N3O9 e la seguente struttura molecolare:

La nitroglicerina ha l'aspetto di un liquido oleoso di colore giallo pallido e dal sapore dolce bruciante.

È poco solubile in acqua e negli idrocarburi alifatici; è invece solubile sia negli alcoli che con i solventi organici polari.

Preparazione della nitroglicerina

La preparazione industriale della glicerina viene effettuata per reazione chimica (nitrazione) della glicerina con acido nitrico in presenza di acido solforico (miscela solfonitrica).

La reazione, condotta alla temperatura di 10-20°C, è molto pericolosa per il rischio di esplosioni della nitroglicerina; deve essere pertanto effettuata con tutte le precauzione del caso.

Usi della nitroglicerina

La nitroglicerina esplode facilmente per rapido riscaldamento o per innesco:

C3H5(ONO2)3 → 3/2 N2 + 3 CO2 + 5/2 H2O + 1/4 O2

L'immediata liberazione di questo grande volume di gas nello spazio occupato dalla sostanza liquida provoca un'onda esplosiva di enorme pressione.

Per tale motivo viene impiegata come componente in numerosi esplosivi, primo tra tutti la dinamite (costituita da nitroglicerina assorbita su farina fossile; lo scopo di quest'ultima è di diminuire la sensibilità agli urti della nitroglicerina).

Grazie alle sue proprietà vasodilatatorie la nitroglicerina trova impiego anche in campo medico come stimolante cardiaco e nel trattamento dell'insufficienza coronarica.

Ha un'azione irritante sulla pelle e può provocare cefalea.

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