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Cromoforo

Che cos'è un cromoforo?

In spettrofotometria UV/vis con il termine di cromoforo si intende qualsiasi gruppo funzionale, legame chimico o sistema di legami che assorbe radiazioni elettromagnetiche.

In passato tale termine aveva un significato diverso: con cromoforo si identificavano infatti quei sistemi che assorbono nel campo del visibile e che quindi erano detti "portatori di luce" (= cromofori).

L'assorbimento di onde elettromagnetiche è dovuto a transizioni energetiche causate dall'assorbimento del cromoforo nel campo delle radiazioni del visibile o dell'UV non lontano (detto anche UV sotto vuoto, in quanto il metodo migliore per eliminare l'interferenza dell'ossigeno che assorbe in questa regione spettrale consiste nel lavorare sotto vuoto).

Transizioni elettroniche di un cromoforo

Assorbendo radiazioni elettromagnetiche, un cromoforo va incontro ad una delle seguenti transizioni:

- transizioni π → π*. Sono tipiche dei composti insaturi e possono essere di vario tipo:

  • transizioni E (o etileniche) tipica di doppi legami isolati;
  • transizioni B (o benzenoide) tipica di anelli benzenici;
  • transizioni K (o di coniugazione) tipica di sistemi aromatici o coniugati.

- transizioni n → σ* e n → π* . Sono tipiche di eteroatomi e corrispondono a transizioni radicaliche.

- transizioni per trasferimento di carica. Sono dovute a veri e propri trasferimenti di carica elettrica (elettroni) all'interno della struttura del cromoforo.

- transizioni d → d o transizioni f → f tipiche dei complessi dei metalli di transizione o dei lantanidi.

Non tutte le molecole o tutti gli ioni assorbono nel campo dell'UV/visibile.

È però possibile fare reagire tali strutture con opportuni "reagenti cromogeni".

È il caso degli ioni dei metalli di transizione che di per sé non assorbono nel campo UV/vis ma, fatti reagire con opportuni leganti, formano complessi (composti di coordinazione) colorati.

Posizione del massimo di assorbimento di un cromoforo

La posizione del massimo di assorbimento (λmax) di un cromoforo dipende dalla struttura del resto della molecola e dall'ambiente in cui si trova.

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