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Vitamina B5 o piridossina

Che cos'è la vitamina B6?

La vitamina B6 appartiene al gruppo delle vitamine idrosolubili.

Scoperta per la prima volta da Gyorgy e colleghi, la piridossina, ha dimostrato una grande importanza metabolica in quanto è risultata essere co-fattore di più di 140 reazioni all'interno dell'organismo umano.

Struttura chimica

La vitamina B6, esiste in tre forme: piridossina (PN), piridossale (PL) e piridossamina (PM), che derivano dalla piridina e si differenziano per la natura chimica del sostituente in posizione para rispetto all'atomo di azoto.

Le tre forme della vitamina B6

Figura 1 Le tre forme (formule di struttura) della vitamina B6.

Sono composti stabili al calore in ambiente alcalino, e vengono facilmente decomposti dalla luce e da agenti ossidanti, quali l'acqua ossigenata, il permanganato e altri. Hanno un caratteristico assorbimento della luce ultravioletta e danno le reazioni colorate caratteristiche dei fenoli. In commercio si ritrovano in sotto forma dei rispettivi cloridrati.

Farmacocinetica della vitamina B6

Assorbimento

L'assorbimento della vitamina B6, è stato valutato principalmente sugli animali: da studi condotti sui ratti, è emerso che la vitamina viene assorbita per diffusione passiva.

Prima di essere assorbita, che avviene principalmente nel digiuno, il gruppo 5-fosfato di ciascuna forma di vitamina B6 viene idrolizzato da fosfatasi aspecifiche. Nel citosol delle cellule epiteliali intestinali, la vitamina viene nuovamente fosforilata e trattenuta mediante un processo noto come trapping.

Biodisponibilità

Esistono dei fattori in grado di modulare la biodisponibilità della vitamina B6, tra questi: i trattamenti tecnologici sui cibi che provocano la formazione della ε-piridossilisina, il potere adsorbente della fibra alimentare, la presenza di alcuni analoghi della vitamina B6 (quali la idrossi-piridossina o la priridossina glicosilata).

Trasporto

La vitamina B6 viene trasporta dal plasma e dai globuli rossi; nel primo si trova legata all'albumina, nei secondi all'emoglobina.

La maggior parte della vitamina B6 viene immagazzinata al fegato dopo l'assorbimento e successivamente trasportata dal plasma ai tessuti periferici in forma defosforilata. Il PL in eccesso viene invece irreversibilmente convertito a 4-acido piridossico (4-PA), e così escreto con le urine.

Il metabolismo della vitamina B6 viene regolato nel fegato e negli organi periferici attraverso l'attività di alcune chinasi e fosfatasi: la FAD-ossidasi converte invece gli eccessi di PL in 4-PA che in questa forma viene escreto nelle urine.

Ruolo biologico

La piridossina viene trasformata in piridossale e/o piridossamina, che sono i precursori delle rispettive forme fosforilate biologicamente attive: il piridossale fosfato (PLP) e la piridossamina fosfato (PMP).

Sono questi i coenzimi di numerose reazioni metaboliche degli aminoacidi e delle amine, anche molto diverse tra loro, ma che avvengono tutte previo legame del gruppo aminico con l'aldeidico del PLP formando una base di Schiff.

Legame del PLP con il substrato (aminoacido) e formazione della base di Schiff

Fig. 2 Legame del PLP con il substrato (aminoacido) e formazione della base di Schiff.

Il successivo andamento della reazione dipende dall'enzima che, essendo specifico per i vari substrati e per i diversi tipi di reazione, indirizza la stessa per vie diverse.

Tramite lo spostamento del doppio legame della base di Schiff si hanno reazioni diverse quali: la transaminazione e la decarbossilazione degli α-aminoacidi, la deaminazione ossidativa delle amine, la deidratazione della serina ecc.

Inoltre, il PLP, partecipa al metabolismo del triptofano (trasformazione dell'acido xanturenico in acido nicotinico) ed è necessario per la trasformazione dell'acido linoleico in acido arachidonico e per la formazione degli sfingolipidi e della guaina mielinica.

Sempre in relazione al sistema nervoso, il PLP interviene in molte reazioni di sintesi di neurotrasmettitori quali la serotonina, la taurina, la dopamina, la norepinefrina, l'istamina e l'acido γ-aminobutirrico.

Il PLP è coinvolto anche nel metabolismo del frammento monocarbonioso. Infatti l'idrometiltransferasi, PLP dipendent, trasforma la serina in glicina trasferendo il residuo monocarbonioso al tetraidrofolato (FH4) con formazione del N5-N10 metilen-tetraidrofolato, coinvolto nel metabolismo del timilidato.

Infine, tra le più recenti scoperte circa le funzioni della vitamina B6, c'è quella di modulatore dell'azione degli ormoni steroidei. L'attività si espleta tramite legame tra la vitamina B6 e un particolare sequenza del recettore, andando ad alterare il legame tra recettore e DNA; causando una riduzione dell'attività dell'azione ormonale.

Fonti alimentari e fabbisogno

Le raccomandazioni riguardo all'assunzione di vitamina B6, dettate Board Americano per la Nutrizione dell'Istituto di Medicina variano da 1,3 mg/die (per gli adolescenti) a 1,7 mg/die (per gli adulti maschi), fino a raggiungere i 2 mg per le donne in allattamento.

Presi in considerazioni questi valori, una buona fonte di vitamina risultano essere le patate che, tra l'altro, è un alimento di base in molti paesi. Sia bollita che in formato chips, contiene dal 23 fino al 60% della dose giornaliera raccomandata per 110 gr di prodotto rispettivamente.

Anche altri alimenti sono una valida fonte, ad esempio: banane, noci, la carne e le uova. In aggiunta, la vitamina è stabile al calore, quindi i processi di preparazioni quali la cottura o la frittura non ne riducono il contenuto.

Metabolismo e sintomi da carenza

L'importante ruolo che la vitamina B6 svolge nel metabolismo aminoacidico di tutti i tessuti fa sì che una sua carenza provochi disfunzioni generalizzate. Particolarmente sensibili a tale carenza sono il SNC e le strutture mesenchimali.

In adulti volontari che hanno assunto la deossi-piridossina, un antagonista della vitamina B6, si riscontra uno stato depressivo accompagnato da nausea, vomito, lesione alle mucose, neurite periferica, dermatite seborroica insensibile al trattamento con acido nicotinico, cheilosi e glossite. Sono descritti parecchi stati di ipovitaminosi grave nei neonati nutriti con latte commerciale di formula inadeguata.

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