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Terbio

Proprietà e composti del terbio

Il terbio fu scoperto nel 1843 da C.G.Mosander contemporaneamente all'ittrio e all'erbio nelle cosiddette "terre ittriche", ricavate dal minerale gadolinite dopo l'estrazione di cerio, lantanio, neodimio e praseodimio; nel 1905 fu isolato da Urbain allo stato di elevata purezza.

È un elemento relativamente raro (tra i meno abbondanti dei lantanidi), essendo presente nella crosta terrestre (mai libero, ma in composti corrispondenti al suo stato di ossidazione +3) in quantità pari a ca 1,5 ppm.

Composti del terbio

Il terbio è un metallo argenteo, paramagnetico a temperatura ambiente.

Chimicamente è assai reattivo.

A freddo si ossida all'aria in presenza di umidità, reagisce con gli acidi sia forti sia deboli diluiti liberando idrogeno, mentre a temperature elevate reagisce con gli alogeni e con quasi tutti i non-metalli.

Forma composti corrispondenti agli stati di ossidazione +2, +3, +4.

Mentre lo stato +2 è noto solo per alcuni particolari composti e il +4 (che non è stabile in soluzione acquosa) si ha solo in composti con il fluoro o con l'ossigeno, lo stato di ossidazione +3 è di gran lunga il più stabile e importante: in questo stato il terbio presenta grandi analogie soprattutto con i lantanidi a lui prossimi, il gadolinio e il disprosio.

terbio

Terbio

Utilizzo del terbio

Il terbio e i suoi composti trovano impiego come componenti di sistemi elettronici e laser, di vetri speciali e sostanze fosforescenti.

Metodo di produzione del terbio

Il terbio è contenuto (in quantità dell'ordine dell1%, insieme ad altri lantanidi) in molti minerali dell'ittrio e del cerio. Per la separazione del terbio dagli altri lantanidi viene generalmente utilizzato il metodo dello scambio ionico su resine, in presenza di un agente complessante. Il terbio metallico può essere preparato per riduzione del trifluoruro con calcio metallico a circa 1500 °C.

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