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Biopolimeri

Classificazione dei biopolimeri

Nel passato, con il termine di biopolimeri si identificavano le molecole polimeriche esistenti in natura come ad esempio le proteine e i polisaccaridi.

In anni più recenti con tale termine si identificano i polimeri sintetici impiegati in campo biomedico.

Impieghi dei biopolimeri

I biopolimeri trovano impiego in vari campi.

Riportiamo alcuni esempi.

Alcuni biopolimeri (come ad esempio il polivinilpirrolidone) possono essere utilizzati come sostituti dell'albumina nel plasma.

Altri biopolimeri (come quelli acrilici e vinilici) possono essere utilizzati come supporti di vari composti chimici ad uso farmaceutico.

In questo modo il principio attivo del farmaco viene liberato con velocità controllata mantenendo, per il tempo voluto, un adeguato livello terapeutico.

I biopolimeri possono essere utilizzati anche come polimeri di supporto in grado di legare - tramite legame covalente - specifici enzimi che, in queste condizioni, non possono svolgere la loro funzione catalitica ma che non possono neanche essere deattivati per effetto del calore e dell'acidità del sistema. Al momento opportuno, questi enzimi possono essere comunque nuovamente riattivati.

In campo medico e chirurgico i biopolimeri possono essere utilizzati per l'applicazione di giunti artificiali e per trapianti di valvole cardiache.

Negli ultimi anni con il termine di biopolimeri si intendono anche i polimeri artificiali preparati con processi biologici ma tali da permetterne anche un utilizzo industriale.

Ne sono un esempio i poliesteri alifatici cristallini termoplastici, ottenuti dalla fermentazione di microrganismi aerobici.

Data la loro biocompatibilità tali polimeri trovano impiego nella fabbricazione di protesi ma, data la loro elevata massa molecolare, l'elevata impermeabilità ai gas e l'elevata resistenza ai raggi UV tali polimeri trovano impiego anche in ambito industriale.

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