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Paleoclimatologia

Che cos'è la paleoclimatologia?

La paleoclimatologia è quella branca della paleogeografia che studia le condizioni climatiche del passato geologico della Terra quali ad esempio temperature, precipitazioni, venti e altri fattori atmosferici nonché le loro zone di distribuzione.

Lo studio dei climi del passato si basa sulle diverse composizioni e strutture delle rocce sedimentarie e sul loro contenuto fossile.

La conoscenza delle zone climatiche del passato è di notevole importanza per i problemi della stabilità della crosta e della permanenza delle aree continentali e oceaniche nella relativa posizione.

Sedimenti continentali

Lo studio petrografico dei sedimenti continentali - che si sono depositati dalle acque correnti, dei laghi e dal vento - consente spesso di ricostruire la direzione delle correnti e dei venti prevalenti e di stabilire se i componenti si sono deposti in condizioni di temperatura e umidità che hanno alterato i minerali meno stabili trasformandoli in tipi più stabili.

In casi particolari si conservano allo stato fossile, nelle serie sedimentarie, dei livelli di terreno che possono essere paragonati a quelli delle attuali superfici topografiche (paleosuoli).

Le caratteristiche di temperatura e di intensità di precipitazioni del luogo di deposizione si riflettono nel tipo di cementazione dei sedimenti e nella presenza di sostanze, come i sali alcalini, che indicano un'evaporazione relativamente forte. Anche lo stato di ossidazione del ferro di un dato sedimento è in rapporto all'ambiente.

Sedimenti marini

Gli ambienti marini sono più costanti nelle variazioni annuali di temperatura, hanno cioè un'escursione termica inferiore.

Esistono tuttavia dei sedimenti marini che si depositarono in ambienti particolari, come per esempio lagune o mari con scarso apporto di acqua e con forte evaporazione: sono i depositi evaporitici dalla cui struttura si possono ottenere informazioni sulla temperatura di formazione.

Un altro importante indicatore geologico è basato sul rapporto isotopico tra ossigeno-18 (18O) e ossigeno-16 (16O), rapporto che nel carbonato di calcio varia con la temperatura di cristallizzazione.

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