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Fiammiferi

Che cosa sono i fiammiferi?

I fiammiferi sono piccoli stecchi di legno o di altro materiale combustibile su una estremità dei quali è stata posta una sostanza in grado di incendiarsi con lo sfregamento.

L'uso dei fiammiferi è relativamente recente: solo nel 1805, a Parigi, furono fabbricati i primi fiammiferi (Chancel), formati da uno stecchetto di legno ricoperto a una estremità con zolfo e una miscela di zucchero e clorato di potassio (KCIO5).

Immergendo questa capocchia nell'acido solforico si verifica una reazione fortemente esotermica con fiamma che incendia il legno ricoperto con zolfo.

Tali fiammiferi vennero usati fino al 1840 quando fu iniziata la produzione dei fiammiferi chimici accendibili per sfregamento, detti congrèves in onore di W. Congreve, inventore di razzi.

La capocchia di questi fiammiferi era formata da una miscela di clorato di potassio, trisolfuro d'antimonio e amido come legante.

Il calore che si sviluppava sfregandoli su una superficie ruvida era sufficiente a incendiare il trisolfuro d'antimonio e la fiamma si propagava a tutta la capocchia del fiammifero.

La sostituzione del trisolfuro d'antimonio con il fosforo bianco, più facilmente infiammabile, li rese popolarissimi.

Il fosforo bianco fu poi sostituito dal fosforo rosso, non velenoso, scoperto dal chimico Schrotter nel 1845, e dal sesquisolfuro di fosforo, P4S3, che venne usato nella composizione dei fiammiferi come ingrediente non velenoso.

I fiammiferi oggi prodotti industrialmente possono essere classificati in fiammiferi a capocchia fosforica (o comuni) e a capocchia senza fosforo (amorfi o di sicurezza o svedesi).

I fiammiferi comuni contengono come elementi principali il clorato potassico e il sesquisolfuro di fosforo, ai quali si aggiungono piccoli quantitativi di ossidi di ferro e di zinco, colla e polvere di vetro.

Per i fiammiferi di sicurezza - detti anche fiammiferi svedesi perché in Svezia si sviluppò la loro produzione dal 1855 - sono richieste due composizioni separate, una per ricoprire un'estremità dello stecchetto, l'altra un lato del contenitore.

Esistono poi:

  • i fiammiferi speciali, ricoperti da un leggero strato impermeabile all'acqua che li fa restare efficienti anche dopo una prolungata immersione;
  • i fiammiferi controvento, che hanno la capocchia molto lunga e grossa, formata da sostanze che bruciano con fiamma assai viva e resistente al vento e una volta accesi non si spengono che a combustione finita della composizione;
  • i fiammiferi senza fiamma, che bruciano sviluppando un calore sufficiente ad accendere una miccia, una sigaretta o materiali facilmente combustibili.

Ricordiamo infine che la fabbricazione dei fiammiferi è un ciclo completamente automatizzato.

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