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Riassunto capitolo 17 dei Promessi Sposi

Riassunto capitolo 17 dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni

In questa sezione del sito è possibile leggere il riassunto del capitolo 17 dei Promessi Sposi.

Renzo, ora che sa che è ricercato, è combattuto: vorrebbe correre e nascondersi allo stesso tempo e, anche se protetto dalle tenebre della notte, si avvia lungo la via maestra con circospezione, evitando di chiedere informazioni a qualche isolato viandante e promettendo a se stesso di svicolare il prima possibile verso strade e sentieri più isolati e appartati. Ben presto vede aprirsi una piccola strada e vi si inoltra, sperando di essere condotto all'Adda.

Mentre cammina ripensa alle parole del mercante incontrato all'osteria di Gorgonzola (riferimento nel riassunto del capitolo 16 dei Promessi Sposi) e non può credere ancora alle false notizie riportate sul suo conto: lui uno dei capi della rivolta? Lui che si era tanto prodigato per aiutare Ferrer e il vicario? Lui scoperto con un fascio di lettere addosso che dovevano nascondere piani segreti, quando ne aveva solo una e per di più scritta da un religioso e destinata ad un altro religioso?

Improvvisamente però Renzo cessa di pensare perché; è tutto preso dalle circostanze presenti. Il buio, il silenzio, la solitudine e il freddo lo spingono a cercare un riparo per la notte.

Oltrepassa qualche paese, ma non trova anima viva; tende gli orecchi per provare a sentire la benedetta voce dell'Adda, ma invano. Non avverte altro che un mugolio di cani, proveniente da qualche cascina isolata, che diventa un abbaiare rabbioso quando passa davanti alla porta; cosa che allontana da lui ogni tentazione di bussare per chiedere ricovero.

Prosegue il cammino e arriva in una campagna incolta, forse indizio della vicinanza del fiume. Ora la sua solitudine aumenta, perché; è lontano dagli uomini, da qualsiasi segno di civiltà. Anzi a poco a poco la sodaglia diventa una macchia intricata e inospitale di pruni e arbusti spinosi e poi bosco.

La notte di espiazione

Renzo si incammina dentro al bosco e prova un'immensa paura: gli alberi si trasformano in figure strane, deformi e mostruose. Anche la brezza pungente della notte che lo intirizzisce, contribuisce a spegnere in lui ogni energia vitale.

È disperato a tal punto che sembra a un tratto essere annientato dall'orrore indefinito che prova la sua anima. In questa terribile disperazione Renzo si ferma, intenzionato a tornare indietro verso qualche paese, ma ecco che sente, inaspettato e atteso, un mormorio di acqua corrente: è la voce dell'Adda.

Renzo esulta, come quando si ritrova un amico e un fratello, la stanchezza scompare, ritorna ad essere fiducioso nell'avvenire e si inoltra, senza esitazione, nel bosco, seguendo il rumore del fiume. Arriva sull'orlo di una riva profonda e lo vede luccicare. Sull'altra riva biancheggia una gran macchia biancastra, forse Bergamo.

Non scorge però né; barche né; barcaioli, così decide di tornare indietro per trascorrere la notte in una capanna abbandonata, vista poco prima.

Renzo trascorre la notte in una capanna abbandonata

Prima di coricarsi prega intensamente e chiede perdono a Dio di non aver detto le orazioni la sera precedente; si vergogna di se stesso, della sua bestialità, e poi prova a dormire.

Appena chiude gli occhi però gli vengono in mente il mercante, il notaio, gli sbirri, l'oste, Ferrer, il vicario, gli avventori dell'osteria, la folla nelle strade, don Abbondio, don Rodrigo.

Non è amareggiato solo da tre immagini care: padre Cristoforo (riferimenti nel riassunto del capitolo 4 dei Promessi Sposi) e i suoi paterni consigli, che Renzo, a causa della sua intemperanza, non aveva ascoltato.

Si rammenta della sua Lucia e della povera Agnese che, a causa degli eventi, ora si trova lontano da casa e incerta, nella vecchiaia, dell'avvenire.

Renzo trascorre una notte terribile, ma illuminato dalla coscienza che i fatti accaduti non siano avvenuti casualmente, ma che appartengano ad un disegno di Dio, ad un progetto di felicità, perché; Dio conosce ed opera per il bene dei suoi figli.

Il risveglio

All'alba, intirizzito dal freddo, si alza e raggiunge la riva del fiume; scorge un pescatore e si fa traghettare sulla sponda opposta; ormai è salvo, nel territorio di Venezia.

Sulla strada per Bergamo Renzo vede i segni della carestia sui volti della gente che incontra: poveri contadini, artigiani, famiglie intere ridotte a chiedere l'elemosina.

Spende gli ultimi suoi denari per mangiare e per fare la carità e poi si dirige al filatoio, dove lavora come primo operaio il cugino Bortolo (riferimento nel riassunto del capitolo 6 dei Promessi Sposi) che, sebbene anche a Bergamo si faccia sentire la carestia e il lavoro scarseggi, lo accoglie festosamente e, ascoltata la sua storia, si impegna a trovargli un impiego e una sistemazione.

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