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Curaro

Che cos'è il curaro?

Il curaro è un miscuglio molto complesso, inoffensivo se assunto per via orale, ma molto tossico per via parenterale, preparato dagli indigeni dell'Amazzonia e che, spalmato sulle punte delle frecce e delle lance, è da essi utilizzato per la caccia.

Regola comune è di classificare il curaro secondo il tipo di recipiente che li contiene: essendo tali recipienti o un tubo o un vaso o l'involucro secco del frutto di calebassa, si parla di tubocuraro, di vasocuraro, di calebassacuraro. Ciascuno di essi è caratteristico di una zona caratteristica dell'Amazzonia.

Composizione del curaro

Le materie prime che vengono impiegate per preparare il curaro sono di origine vegetale, provenienti da piante dei generi Strychnos e Chondrodendron. A tali sostanze ne vengono spesso aggiunte altre di origine animale (pelli di rospo, denti di serpenti velenosi, ecc.).

Il metodo di preparazione del curaro varia a seconda del luogo di provenienza ed è gelosamente custodito dalle popolazioni indigene che ne tramandano - di generazione in generazione - i metodi di preparazione.

I componenti farmacologicamente attivi del curaro, diversi e numerosi, sono tutti alcaloidi.

Il più conosciuto e più attivo è la tubocurarina (se ne adopera il cloruro, C38H44O6N2Cl2), un composto che si presenta in microlamelle più o meno idrate, con un massimo di cinque molecole di H2O.

Struttura chimica della tubocurarina

Struttura chimica della tubocurarina.

Alcuni derivati sintetici della tubocurarina vengono impiegati in anestesia preparatoria come rilassanti muscolari. L'azione mortale della tubocurarina, che si verifica - chiaramente - a dosi più elevate, si esplica tramite blocco neuromuscolare.

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