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Riassunto capitolo 20 dei Promessi Sposi

Riassunto capitolo 20 dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni

In questa sezione del sito è possibile leggere il riassunto del capitolo 20 dei Promessi Sposi.

Il castello dell'innominato (riferimento nel riassunto del capitolo 19 dei promessi Sposi) sorgeva in cima ad un poggio, tra una catena di alti monti, che dominava una valle stretta e cupa.

Dall'alto della sua dimora, come l'aquila dal nido insanguinato, il tremendo signore controllava lo spazio sottostante, un luogo dirupato e frastagliato, tutto schegge, punte di roccia e baratri scoscesi, e anche l'unica strada che, tortuosa e serpeggiante, saliva al castello.

Da quell'altezza e con quella vista l'innominato, con l'aiuto dei suoi bravi, poteva facilmente difendersi da ogni pericolo. Del resto nessuno, che non fosse ben visto dal padrone del castello, osava salire per stanarlo e spodestarlo.

Don Rodrigo giunge al castello dell'Innominato

Giunto ai piedi del poggio, don Rodrigo, accompagnato dal Griso e dai suoi bravi, smonta da cavallo e consegna le armi agli sgherri dell'innominato che erano appostati in una taverna, la taverna della Malanotte, che fungeva da corpo di guardia.

Riconosciuto come un amico del temibile signore, viene accompagnato a piedi fino al castello e  condotto dall'innominato: costui era alto, imponente, con i capelli bianchi, la faccia rugosa dai lineamenti duri, poteva dimostrare più di sessant'anni, ma gli occhi sinistri e sfavillanti dimostravano una grandezza fisica e morale, una personalità eccezionale e fuori dal comune.

Don Rodrigo dice di essere venuto per consiglio ed aiuto e, sapendo con chi parla, esagera la difficoltà dell'impresa, sottolineando la distanza da Monza e il monastero della signora, dipinto come un luogo inespugnabile.

L'innominato, come comandato da un demonio, accetta istintivamente di impegnarsi ad organizzare il rapimento di Lucia, prende nota del nome della ragazza e licenzia don Rodrigo, anche perché può avvalersi dell'aiuto di Egidio (riferimento nel riassunto del capitolo 10 dei promessi Sposi), fedele collega di scelleratezze.

La parola è ormai spesa, ma una volta rimasto solo l'innominato si pente di averla spesa. Già da qualche tempo infatti provava un fastidio nel compiere le sue imprese ignobili.

Rimpiangeva i tempi in cui, avendo davanti un lungo avvenire e la baldanza dell'età giovanile, non sentiva rimorso dei suoi delitti, ma ora con l'appressarsi della vecchiaia e della morte, la sua coscienza era agitata e sconvolta.

Adesso che si era innalzato sopra tutto e tutti, provava una solitudine immensa, quella sconvolgente di chi deve rispondere di sé e delle sue azioni a Dio, un Dio di cui aveva sentito parlare, ma che da lungo tempo ormai non si preoccupava né di negare né di riconoscere, occupato a vivere come se non ci fosse, ma ne avvertiva la presenza continua. Conosceva bene i momenti di inquietudine del suo animo e tentava spesso di soffocarli, esacerbando la sua ferocia.

Il rapimento di Lucia

Per troncare questa lacerazione interiore chiama il Nibbio, il più abile dei suoi bravi, lo manda a Monza per informare Egidio dell'impegno preso con don Rodrigo e per richiederne l'aiuto per adempierlo.

Egidio convince Gertrude (riferimento nel riassunto del capitolo 9 dei promessi Sposi) che, ancora una volta, non ha la forza di opporsi al male e, pur soffrendo, si fa sua complice.

La monaca chiede a Lucia di recarsi al convento dei cappuccini, perché ha urgentemente bisogno del padre guardiano. Lucia, pur titubante, acconsente ma, quando si trova sulla strada maestra, l'attendono tre bravi accanto a una carrozza, la rapiscono e si dirigono al castello dell'innominato.

Lucia è in preda all'angoscia; tenta più volte di buttarsi dalla carrozza in corsa, vorrebbe urlare, ma il fazzoletto stretto sulla bocca glielo impedisce; lotta, si dimena, ma poi sviene.

Al risveglio la giovane, dopo essersi resa conto dell'impossibilità di fuggire, ricorre alla preghiera, chiede pietà, ma i bravi sono irremovibili. La povera ragazza allora rivolge la sua preghiera a Dio e recita il rosario con più fede e affetto di quello che avesse mai fatto. Trascorre l'interminabile viaggio nell'angoscia.

Anche l'innominato attende inquieto e turbato l'arrivo della carrozza. Quando la vede comparire manda una vecchia, indurita e inselvatichita dalla lunga permanenza nel castello, alla Malanotte, per far coraggio alla ragazza.

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