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Riassunto capitolo 15 dei Promessi Sposi

Riassunto capitolo 15 dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni

In questa sezione del sito è possibile leggere il riassunto del capitolo 15 dei Promessi Sposi.

L'oste della luna piena (riferimento nel riassunto del capitolo 14 dei Promessi Sposi), vedendo che i discorsi sulla legge, sui prepotenti e le ingiustizie andavano per le lunghe e preoccupato solamente della sicurezza della sua locanda e della protezione dei suoi affari, convince Renzo ad andare a letto e lo accompagna, anche perché; il giovane è ubriaco e non si regge in piedi.

In camera l'oste tenta di capire ancora una volta il nome e il cognome dell'avventore forestiero, approfittando del fatto che non è lucido, allora Renzo comincia ad attaccarlo, affermando che fa parte della lega dei potenti, che ostacolano la brava gente e aggirano la giustizia, ma poi si calma, si spoglia e si mette a letto.

L'oste agguanta il farsetto di Renzo per prendersi il denaro necessario a saldare il conto; inveisce poi contro il povero ragazzo, lo definisce un pezzo d'asino che ha voluto imbarcarsi in un'avventura difficile da controllare.

L'oste si reca al palazzo di giustizia

Non può mettere a repentaglio la sicurezza dell'osteria e, chiusa a chiave la stanza, corre immediatamente al palazzo di giustizia a denunciare il forestiero, che non ha voluto dire il suo nome.

Durante il cammino l'oste continua a inveire contro Renzo, lo considera un impiccio, un guastafeste, uno che ha sconvolto la sua giornata già irta di difficoltà, cui bisognava rispondere con cautela e dissimulazione, un montanaro entrato nell'osteria, e per di più accompagnato da un poliziotto, per metterla sottosopra.

Anche lui sa bene che esistono le gride, ma se sono superflue e inefficaci verso i potenti, non lo sono verso gli osti o il popolo in generale.

Biascicando queste parole, giunge al palazzo di giustizia e fa la sua deposizione a un notaio criminale, che dimostra di saperne più di lui: la guida infatti, che si accompagna a Renzo per condurlo all'osteria (uno dei tanti poliziotti sguinzagliati dal capitano di giustizia per mettere le mani addosso a qualche sedizioso), aveva già fatto il suo rapporto.

L'arresto di Renzo

La mattina seguente Renzo dorme profondamente, quando viene svegliato bruscamente dallo stesso notaio cui l'oste aveva fatto la deposizione, affiancato da due sbirri, per essere condotto dal capitano di giustizia.

Il povero giovane crede ancora di sognare, dà la colpa al vino della sera prima, ma poi si desta davvero e capisce la gravità della situazione, anche se gli sfugge il motivo.

Protesta, si oppone, chiede di vedere Ferrer (riferimento nel riassunto del capitolo 13 dei Promessi Sposi) che aveva sostenuto tanto, insiste per ottenere chiarimenti, intuisce erroneamente la motivazione nel fatto che non abbia voluto dare le sue generalità all'oste la sera precedente, ma alla fine il notaio non sente ragioni. Renzo viene arrestato, ammanettato e condotto verso il carcere.

Intanto per la strada aumenta il rumore, il disordine di gente che si raggruppa, mormora e poi si separa alle intimidazioni fatte da una pattuglia di soldati, ma continua a brontolare.

La giornata si annuncia turbolenta e difficile, per questo motivo il notaio vuole affrettarsi, teme i gesti insensati della folla e si dimostra insolitamente accondiscendente con il prigioniero.

Renzo però è diffidente e più il notaio si dimostra gentile, più il giovane non ascolta le esortazioni alla calma, ma elabora con chiarezza mentale un piano per fuggire.

Il notaio, tanto sicuro di sé; in ufficio e tanto ipocrita con Renzo, è ora un debole che non sa affrontare con lucidità mentale una situazione difficile, si sente solo un povero disgraziato su cui si accanisce la sorte.

Una volta in strada, anche Renzo si accorge della situazione e la sfrutta a suo favore: incontrati tre uomini, con i visi accesi che parlavano di farina nascosta e forni , attira la loro attenzione affermando di essere un galantuomo che ha lottato e gridato per ottenere pane e giustizia.

Attorno ai tre si raduna una folla minacciosa, gli sbirri spaventati scappano, il notaio, pallido e sbigottito, cerca di nascondersi tra i passanti e Renzo riesce a fuggire.

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