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Animali a sangue caldo (animali omeotermi)

Quali sono gli animali a sangue caldo?

In base alla temperatura corporea gli animali vengono distinti in animali a sangue caldo (omeotermi) e animali a sangue freddo (pecilotermi); i primi riescono sempre a mantenersi a una temperatura alquanto superiore a quella esterna mentre nei secondi la temperatura del corpo è uguale o inferiore a quella dell'ambiente in cui vivono.

Negli animali a sangue caldo tuttavia, la temperatura rimane pressoché invariata non solo quando quella esterna scende a valori molto bassi, ma anche quando essi sono esposti a temperature più elevate di quella propria o quando compiono un lavoro muscolare e producono molto più calore che durante lo stato di riposo. Nei secondi invece ciò non avviene e la loro temperatura corporea varia fino a diventare uguale a quella dell'ambiente.

Differenze nell'andamento della temperatura corporea in un organismo omeoterma (roditore) e peciloterma (lucertola) in relazione alle variazioni di temperatura ambientale

Differenze nell'andamento della temperatura corporea in un organismo omeoterma (roditore) e peciloterma (lucertola) in relazione alle variazioni di temperatura ambientale.

L'omeotermia è una proprietà caratteristica degli animali superiori e ha importanza fondamentale per la sopravvivenza della specie; è il risultato di un delicato equilibrio fra due fattori: produzione endogena di calore e perdite attraverso la superficie corporea.

Esempi di animali a sangue caldo

Sono omeotermi Mammiferi e Uccelli; pecilotermi gli altri Vertebrati e gli Invertebrati.

Mammiferi

I mammiferi sono animali a sangue caldo.

Regolazione della temperatura negli animali a sangue caldo

Gli animali omeotermi, Uccelli e Mammiferi, posseggono due centri della termoregolazione (uno per il caldo e uno per il freddo) nella regione ipotalamica del cervello.

Come quella di un termostato, la temperatura dell'animale a sangue caldo rimane pressoché invariata sia in ambienti freddi sia in ambienti caldi: nel primo caso entrano in azione i meccanismi di riscaldamento, nel secondo quelli di raffreddamento.

L'omeotermia è una proprietà che compare e si sviluppa dopo la nascita: appena uscito dall'uovo il pulcino si comporta come un animale peciloterma e diventa omeotermo dopo 4-5 giorni; il topo lo diventa entro 10-20 giorni mentre nell'uomo l'omeotermia può dirsi completa solo dopo alcuni anni.

Gli organismi omeotermi reagiscono alle variazioni della temperatura esterna perché posseggono dei meccanismi fisiologici che entrano in azione e adeguano la produzione alla perdita di calore.

Nell'uomo la capacità di reagire a un abbassamento della temperatura esterna aumentando la produzione di calore metabolico era nota fin dal XVIII secolo. Di norma l'aumento della produzione di calore metabolico è dovuto alla contrazione volontaria o involontaria della muscolatura. Infatti, nell'uomo esposto al freddo, il metabolismo comincia ad aumentare dal momento in cui compaiono i brividi.

Mentre la regolazione chimica della temperatura riguarda, come si è detto, la produzione di calore metabolico, la termoregolazione fisica comprende i meccanismi che regolano le perdite di calore. Come in un qualsiasi corpo caldo sprovvisto di meccanismi di regolazione, così anche nell'organismo lo stato termico dipende dalle proprietà fisiche del materiale di cui è costituito e dalle condizioni del mezzo esterno.

Quando la produzione di calore aumenta e la temperatura del corpo supera quella dell'aria circostante, una certa quantità di calore si perde attraverso la superficie.

Uno dei meccanismi più importanti della termoregolazione fisica consiste nella perdita di calore per evaporazione. Mentre a bassa temperatura prevale la perdita di calore per irraggiamento, al di sopra di 30 °C predomina quella per evaporazione. Negli omeotermi l'acqua può evaporare dalla superficie dell'apparato respiratorio, dalle ghiandole sudoripare e, per traspirazione diretta, attraverso la pelle.

Così, per esempio, l'uomo a riposo elimina per traspirazione un litro d'acqua al giorno che contribuisce appena al 20% della perdita totale di calore; durante un lavoro pesante, l'evaporazione arriva fino a 1,5 L d'acqua per ora e la perdita di calore ammonta allora al 75-80%. È ovvio che, in ogni caso, l'entità della sudorazione è fortemente influenzata dall'umidità dell'aria.

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