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Participio

I modi indefiniti: il participio

Come l'infinito, anche il participio non esprime la persona e non ha un valore temporale se non in dipendenza da altri verbi.

Il participio svolge le funzioni di tre parti del discorso: verbo, nome o aggettivo.

Come verbo esprime un'azione o un modo di essere; come aggettivo funziona da attributo di un nome, con cui concorda in genere e numero:

Esempi:

  • Un odore irritante mi fece starnutire
  • I cibi scaduti si devono buttare via
  • Conosco barzellette molto divertenti
  • Luca ha un'espressione solare e sorridente

Svolge invece la funzione di nome quando è accompagnato dall'articolo e indica una persona, un oggetto o un'idea astratta:

Esempi:

  • Nella città di Roma vi è un monumento dedicato ai caduti.
  • I concorrenti si possono posizionare ai blocchi di partenza.

Il participio ha due tempi, entrambi semplici: il presente e il passato.

Il participio presente

Il participio presente (interessante, -i) ha sempre valore attivo ed è usato soprattutto in funzione di aggettivo, riferito a un nome, con cui concorda in genere e numero:

Esempi:

  • Un rumore irritante mi causò un forte mal di testa.
  • Ho appena finito di leggere un libro molto interessante.
  • Giorgio è molto attraente.

Il participio passato

Il participio passato (trovato, -a, -i, -e) è usato sia come aggettivo sia come verbo.

1) Come aggettivo funge da attributo di un nome, con cui concorda in genere e numero:

Esempio:

  • Lasciate sempre l'aula pulita.

2) Come verbo, il participio passato ha valore passivo nei verbi transitivi (rimproverato = che è stato rimproverato da qualcuno) e attivo nei verbi intransitivi (uscire = che è uscito).

Unito a un nome o a un pronome, il participio passato viene usato in alcune proposizioni dipendenti implicite (causali, concessive, temporali ecc.) per esprimere un'azione anteriore a quella espressa dalla reggente, diventa cioè predicato di un'intera frase:

Esempi:

  • Marco, trovata la soluzione del problema di geometria, venne considerato un genio. In sostituzione di trovata si può dire infatti dopo che ebbe trovato.
  • Il ladro rubò dell'acqua, spinto dalla necessità (poiché fu spinto dalla necessità).
  • Chiarita la questione (dopo che la questione fu chiarita), i contendenti trovarono una soluzione.
Il Participio
    Presente Passato
Essere Ausiliari ente stato
Avere Ausiliari avente avuto
Amare Prima coniugazione am-ante am-ato
Temere Seconda coniugazione tem-ente tem-uto
Udire Terza coniugazione ud-ente ud-ito

Come si accorda il participio

Il participio passato si accorda in vari modi, a seconda dei casi:

  • quando è accompagnato dall'ausiliare essere, si accorda in genere e numero con il soggetto: "Luca è tornato ieri da Roma"; "I miei amici sono andati in vacanza";
  • quando è accompagnato dall'ausiliare avere, resta di norma invariato: "Marco ha mangiato due piatti di pasta". Se, però, è preceduto dal complemento oggetto, il participio passato può concordare con esso, anche se è preferibile usare la forma invariata: "Vorrei leggere i due nuovi libri che Marta ha comprato (oppure comprati)". La concordanza con il complemento oggetto, tuttavia, è obbligatoria quando esso è costituito dai pronomi lo, la, li, le: "Marta ha saputo che sono usciti i biglietti per il concerto di Vasco e li ha comprati".

Come si usa il participio

Uso del participio passato in proposizioni dipendenti (temporali, causali o concessive)

Nelle proposizioni dipendenti dobbiamo tenere presente che:

1) il participio passato dei verbi transitivi (come il verbo applaudire) ha sempre valore passivo e può essere usato per costruire una dipendente implicita solo se il soggetto della dipendente coincide con quello della reggente.

Esempio: "L'attore, applaudito (= essendo stato applaudito) dal pubblico a lungo, si commosse"; è, invece, errata una costruzione come: "Il pubblico, applaudito (= essendo stato applaudito?) a lungo, commosse l'attore".

2) il participio passato di un verbo intransitivo con valore attivo (come il verbo morire) può essere usato per costruire una dipendente solo se il soggetto della dipendente è espresso o coincide con quello della principale.

Esempio: "Morta la madre (soggetto espresso), la figlia si trasferì in un'altra città", ma è errato scrivere: "La madre era gravemente ammalata; appena morta, la figlia si trasferì in un'altra città".

Esempio: "Arrivato a Milano, Giorgio chiamò un taxi" (Giorgio è soggetto della proposizione dipendente e della reggente).

Nomi e aggettivi derivati da participi

Molti aggettivi e sostantivi in -ante, -iante, -ente (quindi con il morfema o desinenza di un participio presente) erano, in origine, dei participi. Molti participi, seguendo le trasformazioni della lingua e della grammatica, sono diventati aggettivi o sostantivi.

Spesso il legame con il verbo originario è evidente, come in questi sostantivi:

  • studente (da studiare)
  • cantante (da cantare)
  • commerciante (da commerciare)
  • mendicante (da mendicare)

e come in questi aggettivi:

  • interessante (da interessare)
  • ubbidiente (da ubbidire)
  • dimagrante (da dimagrire).

In altri casi i sostantivi o gli aggettivi con il morfema del participio presente hanno perso ogni legame con il verbo corrispondente, soprattutto quando si tratta di latinismi, cioè di parole che derivano non da un verbo italiano ma da un verbo latino, come i seguenti:

  • docente (da doceo, insegno)
  • paziente (da patior, sopporto)
  • serpente (da serpo, striscio)
  • mittente (da mitto, mando)
  • lucente (da luceo, emetto luce)
  • discente (da disco, imparo)
  • sapiente (da sapio, ho sapore, ho senno)

Anche il participio passato ha dato luogo ad aggettivi ed aggettivi sostantivati, come il fatto, il detto, la raccomandata, l'inviato, l'impiegato, i sopravvissuti, la chiamata, il pescato, il vissuto, il fritto.

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