Allergie alimentari
Che cosa le allergie alimentari?
L'allergia alimentare è una reazione patologica del sistema immunitario scatenata dall'ingestione di antigeni proteici alimentari (per info: allergeni alimentari).
L'esposizione ad una quantità anche molto piccola del cibo allergenico causa l'insorgenza di sintomi del tipo gastrointestinali, urticaria e infiammazione delle vie aeree, la cui severità può essere di grado leggero fino a reazioni potenzialmente fatali.
L'allergia alimentare differisce dalle intolleranza in quanto non si generano da una alterazione del sistema immunitario; ad esempio, l'intolleranza al lattosio è causata da una mancanza dell'enzima lattasi che determina un malassorbimento del lattosio.
Classificazioni delle allergie alimentari
Le allergie alimentari sono disordini atopici, che possono essere classificati in: reazione IgE mediate, reazioni mediate sia da fattori IgE-dipendenti che da fattori IgE-indipendenti (miste), e reazioni non mediate dalle IgE (immunoglobuline di classe E). Le allergie agli alimenti, sono, dal punto di vista meccanicistico, differenti dai disordini non atopici, come la malattia celiaca.
Allergie alimentari mediate dalle IgE
Questa classe di reazioni è associata con il rischio di eventi molto severi o fatali, ed è la forma di allergia maggiormente caratterizzata.
Determinati tipi di allergie, tipo quella al latte di vacca, alle uova, al grano e alla soia tendono a risolversi crescendo; le risposte atopiche alle arachidi, noci e crostacei, solitamente, persistono anche durante l'età adulta.
Le allergie più comuni mediate dagli alimenti variano in funzione della regione del mondo a cui facciamo riferimento e dalle abitudini alimentari, per esempio: i bambini in Ghana tra i 5 e i 16 anni, sono comunemente allergici all'ananas, alla papaya, alle arance, alle arachidi e al mango, mentre i bambini nel Nord America, sono comunemente sensibili alle arachidi, al latte, alle uova, ai crostacei e alla soia.
Nei soggetti sensibili agli allergeni alimentari, quando vengono esposti all'allergene si ha un attivazione delle IgE che mediano una degranulazione delle cellule immunitari effettrici, come i mastociti e i basofili, portando ad una rapida insorgenza dei sintomi.
Gli epitopi degli allergeni alimentari, attaccano le IgE tramite legame con il recettore FcεRI che si trova sulla superficie delle cellule effettrici, tale fenomeno, porta al rilascio di istamina preformata e ad altri mediatori infiammatori della risposta allergica immediata.
Successivamente a questa fase di risposta, la produzione de novo di leucotrieni, del fattore di attivazione piastrinica e di alcune citochine come ad esempio l'interleuchina-4 (IL-4), IL-5 e IL-13 mantengono l'infiammazione allergica.
I sintomi gastrointestinali possono includere formicolio orale, prurito e/o gonfiore, nausea, dolore addominale e/o vomito. Per quanto riguarda i sintomi respiratori, sono inclusi respiro sibilante e/o infiammazione delle vie aeree. Le manifestazione cutanee, invece, includono vampate di calore, orticaria, angioderma e/o prurito.
È possibile anche che si manifesti una risposta sistemica, come l'ipotensione causata dalla fuoriuscita di liquidi dal sistema cardiovascolare e/o ipotermia. L'anafilassi (shock anafilattico) è una reazione allergica molto seria che coinvolge molti organi e può essere potenzialmente fatale.
Allergie alimentari miste
Questa classe di allergie alimentari è caratterizzata da meccanismi IgE- dipendenti e IgE- non dipendenti.
Le manifestazioni atopiche si sviluppano da fattori IgE- indipendenti ed includono dermatite atopica ritardata da esposizione allergica (6-48 ore dall'esposizione) causata dall'azione delle cellule T helper 2 (TH2) e disturbi gastrointestinali eosinofili, come esofagite eosinofila (EoE) e sono spesso innescati dagli allergeni del latte e causati da infiltrazione degli eosinofili nel tessuto.
Allergie alimentari non mediate dalle IgE
Le allergie alimentari non mediate da IgE, colpiscono, principalmente, il tratto gastrointestinale, rispetto ad altri distretti come la cute o il tratto respiratorio. Per esempio, le cellule allergene-spefiche T, si pensa abbiano un ruolo molto importante nelle sconosciute etiologie delle seguenti sindromi: sindrome enterocolitica indotta dalle proteine degli alimenti (FPIES), proctolite indotta dalle proteine degli alimenti (FPIP) e enteropatia da proteine degli alimenti (FPE).
Iter diagnostico
L'iter diagnostico si avvale di esami di laboratorio di vario tipo che confermano la presenza dell'allergia alimentare e ne individuano l'agente eziologico.
I primi ad essere utilizzati sono i prick test di provocazione cutanea che consistono nell'inoculazione all'interno della cute di estratti alimentari standardizzati. Un altro test utile per individuare IgE specifiche contro un determinato alimento è la ricerca degli anticorpi in vitro (RAST).
Entrambi questi test vanno valutati all'interno di un adeguato contesto clinico in quanto, data la limitatezza del loro valore predittivo positivo, sono possibili esiti falsamente positivi.
Terapia e prevenzione
L'eliminazione totale dalla dieta dell'alimento che causa la reazione allergica è il principio terapeutico fondamentale. Questo approccio può risultare complesso per la presenza di allergeni occulti in molti cibi e per la non completezza degli ingredienti riportati sulle etichette dei cibi di maggior consumo.
Inoltre, recenti studi hanno proposto un approccio terapeutico attraverso l'immunoterapia orale che, attraverso introduzioni graduale dell'allergene secondo fasi protocollate, indurrebbe immunotolleranza. Sono necessari ulteriori trial per confermare questa terapia.
Un altro elemento da considerare è il microbiota intestinale. In relazione alla sua azione regolatrice dell'equilibrio tra linfociti Th1 e Th2 e dell'induzione dell'immunotolleranza, diversi studi sperimentali hanno dimostrato un suo coinvolgimento nell'eziopatogenesi dello sviluppo delle allergie alimentari. Tuttavia tale correlazione, così come l'utilità dei probiotici alimentari nella prevenzione dell'insorgenza di allergie alimentari, non è stato ancora determinato in modo univoco.
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