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Nettunio

Proprietà e composti del nettunio

L'isotopo 239Np (che ha una vita media di alcuni giorni) fu prodotto artificialmente per la prima volta nel 1940 da McMillan e Abelson negli Stati Uniti mediante bombardamento dell'uranio con neutroni; poiché segue l'uranio nel sistema periodico, gli fu dato il nome di nettunio secondo l'ordine dei pianeti.

Successivamente, mediante diverse reazioni nucleari, sono stati ottenuti altri isotopi del nettunio, a numeri di massa compresi tra 231 e 241.

L'isotopo 237Np, che è quello che possiede la più elevata vita media (dell'ordine di IO6 anni), si forma in piccolissime quantità in natura nelle rocce contenenti uranio; in grandi quantità viene ottenuto come sottoprodotto delle centrali nucleari che impiegano come combustibile uranio naturale o uranio arricchito, dove si forma in seguito a reazioni nucleari dagli isotopi 238 e 235 dell'uranio stesso.

Composti del nettunio

Il nettunio è un metallo bianco-argenteo, malleabile, relativamente stabile in aria secca, forma rapidamente il diossido a elevata temperatura e si discioglie facilmente in acidi quali il cloridrico o il solforico.

Il suo comportamento chimico, assai complesso, è in generale intermedio tra quelli dell'uranio e del plutonio. Il nettunio forma composti semplici corrispondenti agli stati di ossidazione +3, +4, +5 (il più stabile), +6 e +7 (stabile solo in soluzione alcalina), nonché numerosi complessi di coordinazione con leganti sia inorganici sia organici.

Utilizzo del nettunio

Il maggior impiego del 237Np è nella produzione dell'isotopo 238 del plutonio, a sua volta utilizzato in generatori termoelettrici in campo spaziale.

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