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Protoattinio

Proprietà e composti del protoattinio

La scoperta del protoattinio è dovuta a diversi gruppi di ricercatori: nel 1913 Fajans e Gohring scoprirono un radioisotopo nuovo a vita brevissima,ß-emettitore (il 234Pa, da loro chiamato brevium), presente in natura nella famiglia radioattiva dell'238U, mentre nel 1917-18 Hahn e Meitner e, indipendentemente, Soddy, Cranston e Fleck, scoprirono nella pechblenda un radioisotopo α-emettitore, a lunga vita (il 231Pa), cui dettero il nome di protoattinio, perché precursore naturale dell'attinio 227.

Nel 1927 furono isolate quantità macroscopiche di composti del protoattinio e nel 1934 fu preparato il metallo puro.

L'isotopo più importante del protoattinio (che ha anche il tempo di dimezzamento più elevato, pari a 3,26·IO4 anni) è il 231Pa, presente nei minerali di uranio a concentrazioni di circa 0,3 ppm rispetto a quest'ultimo.

Composti del protoattinio

La chimica del protoattinio, che non è molto conosciuta, non ha grandi somiglianze con quella degli altri attinidi, ma piuttosto con quella di niobio, zirconio e tantalio.

Il protoattinio è un metallo bianco argenteo, malleabile; è abbastanza stabile all'aria a temperatura ambiente, reagisce con gli acidi ma non con gli alcali, e con idrogeno e alogeni a temperature elevate.

Forma composti semplici corrispondenti agli stati di ossidazione +3 (pochissimo stabile), +4 e +5, quest'ultimo di gran lunga più stabile.

Tra i molti ossidi noti, ben caratterizzati sono PaO2 (nero) e Pa2O5 (bianco); tra gli alogenuri PaI3, PaF4, PaF5 e PaCl5.

Metodo di produzione del protoattinio

Dalle soluzioni cloridriche dei residui della raffinazione dell'uranio il protoattinio può essere separato mediante estrazione con solventi organici polari e mediante metodi cromatografici; l'elemento può essere ottenuto allo stato metallico per riduzione degli ossidi o degli alogenuri del protoattinio.

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