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Europio

Proprietà e composti dell'europio

L'elemento europio, già in precedenza evidenziato da Lecoq de Boisbaudran, fu isolato per la prima volta da E. Demarcay nel 1896.

È un elemento raro, tra i meno abbondanti dei lantanidi, essendo presente (in composti corrispondenti generalmente al suo stato di ossidazione +3) in quantità di circa 1 ppm nella crosta terrestre.

Composti dell'europio

L'europio è un elemento molto reattivo; il suo comportamento chimico si distacca parzialmente da quello degli altri lantanidi, avvicinandosi molto a quello dei metalli alcalino-terrosi; infatti brucia all'aria (anche spontaneamente) formando Eu2O3, viene disciolto rapidamente a freddo dagli acidi cloridrico, nitrico, solforico, acetico e altri, formando inizialmente i composti corrispondenti allo stato di ossidazione +2 che in seguito si ossidano al più stabile stato +3.

Con acqua fredda reagisce lentamente liberando idrogeno e formando inizialmente Eu(OH)2 che si  ossida poi a Eu(OH)3.

In ammoniaca liquida si discioglie dando una soluzione blu conduttrice dell'elettricità.

europio

Europio

Utilizzo dell'europio

L'europio ha una elevata sezione di cattura per i neutroni, e per tale motivo il triossido e altri composti sono stati utilizzati nelle barre di controllo di reattori nucleari. Sali di ittrio attivati con europio sono utilizzati come sostanze fosforescenti.

Metodo di produzione dell'europio

L'europio è un metallo bianco lucente contenuto, insieme ad altri lantanidi, nei minerali delle «terre» di cerio e d'ittrio, tra i quali la monazite e la bastnaesite. Sulle soluzioni concentrate ottenute da queste «terre» si può effettuare una riduzione selettiva dello ione Eu3+ a ione Eu2+; questo viene poi separato tramite reazione di precipitazione come cloruro idrato EuCl2·2H2O. 

L'elemento viene preparato industrialmente per riduzione dell'ossido Eu2O3 con lantanio a temperature superiori a 1000 °C, distillando quindi sotto vuoto il metallo formatosi.

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