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Standard primario e standardizzazione

Standard primario, standard secondario e standardizzazione

In una titolazione è possibile conoscere con buona approssimazione la concentrazione della soluzione titolante (quella che titola) solo se essa è stata preparata sciogliendo una quantità di reagente puro (sostanza madre) in un volume noto di soluzione.

In questo caso si parla di standard primario, poiché il reagente è sufficientemente puro da essere usato direttamente.

Per essere utilizzata come tale, uno sostanza madre deve rispettare i seguenti requisiti:

- avere una elevata purezza (> 99,98 %);

- essere stabile;

- non deve essere igroscopica e non deve assorbire anidride carbonica;

- reagire selettivamente e completamente con l'analita;

- essere essiccabile e conservabile allo stato puro;

- essere solubile in acqua.

Le sostanze madre più comuni sono le seguenti:

Metalli: Cu ; Zn ; Fe

Ossidi: HgO ; ZnO

Acidi: H2C2O4·2H2O ; KHC8H4O4

Sali: Na2CO3 ; Na2B4O7 · 10 H2O; NaCl ; K2Cr2O7 ; AgNO3 ; KBrO3 ; ecc.

Come si prepara uno standard primario?

Per preparare uno standard primario si opera nel seguente modo:

la sostanza madre viene messa in stufa allo scopo di fare evaporare l'umidità assorbita.

Una quantità opportuna di sostanza madre viene pesata alla bilancia analitica.

La sostanza madre viene diluita in un pallone tarato.

Si determina la molarità della soluzione.

Qual è la differenza tra uno standard primario e uno standard secondario?

Nella maggior parte dei casi è difficile disporre di uno standard primario.

In questi casi allora si utilizza una soluzione di titolante con una concentrazione approssimativamente uguale a quella desiderata.

La soluzione viene utilizzata per titolare una massa nota di uno standard primario.

Tale procedimento è detto standardizzazione e permette di determinare l'esatta concentrazione della soluzione da utilizzare nell'analisi.

La soluzione standardizzata utilizzata per titolare una soluzione incognita è definita come standard secondario.

La massa dello standard primario da usare nella standardizzazione viene calcolata in modo da consumare un volume di soluzione a concentrazione approssimata né troppo piccolo né superiori a 50 mL (in questo caso infatti la buretta andrebbe azzerata per due volte).

Si pesa generalmente una quantità di standard primario che richiede circa 30-40 mL della soluzione da standardizzare (standard secondario).

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